Giovanni Maria Angioy

Disambiguazione – Se stai cercando il deputato cagliaritano nato nel 1909, vedi Giovanni Maria Angioy (politico).

«Malgrado la cattiva amministrazione, l'insufficienza della popolazione e tutti gli intralci che ostacolano l'agricoltura, il commercio e l'industria, la Sardegna abbonda di tutto ciò che è necessario per il nutrimento e la sussistenza dei suoi abitanti. Se la Sardegna in uno stato di languore, senza governo, senza industria, dopo diversi secoli di disastri, possiede così grandi risorse, bisogna concludere che ben amministrata sarebbe uno degli stati più ricchi d'Europa, e che gli antichi non hanno avuto torto a rappresentarcela come un paese celebre per la sua grandezza, per la sua popolazione e per l'abbondanza della sua produzione.»

Raffigurazione dell'Angioy prelevata dal Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna, 1837

Giovanni Maria Angioy (Bono, 21 ottobre 1751Parigi, 23 febbraio 1808) è stato un rivoluzionario e politico sardo, funzionario del Regno di Sardegna, poi ribelle ai Savoia dopo i vespri sardi, considerato un patriota sardo dall'autonomismo ed indipendentismo isolano.

Angioy fu protagonista della seconda fase dei moti rivoluzionari sardi contro il dominio coloniale e i privilegi feudali, e oltre che politico, fu anche docente universitario, imprenditore, banchiere e Giudice della Reale Udienza, il supremo organo giurisdizionale del Regno.

  1. ^ Paragrafo intero: «Risulta che essa [la Sardegna] non sia mai stata indipendente, e che è stata sempre oppressa, travagliata e devastata nelle guerre da Cartaginesi e da Romani, quindi da Goti, Visigoti, Vandali, Saraceni, Pisani, Genovesi, Aragonesi e Piemontesi, avendo inoltre subito tre epidemie di peste a causa dell'inadeguatezza del governo. La Sardegna quale essa è al giorno d'oggi e dopo ventiquattro secoli di disastri, vessazioni e del governo più sbagliato, ha ancora cinquecentomila abitanti, ossia grosso modo lo stesso numero che risiede nella Repubblica Ligure. Malgrado la cattiva amministrazione, l'insufficienza della popolazione e tutti gli intralci che ostacolano l'agricoltura, il commercio e l'industria, la Sardegna abbonda di tutto ciò che è necessario per il nutrimento e la sussistenza dei suoi abitanti, e inoltre fornisce agli stranieri grano, orzo, fave, ceci, vino, olio, tabacco, soda, bestiame, formaggio, limoni, sale, tonno e corallo... Se la Sardegna in uno stato di languore, senza governo, senza industria, dopo diversi secoli di disastri, possiede così grandi risorse, bisogna concludere che ben amministrata sarebbe uno degli stati più ricchi d'Europa, e che gli antichi non hanno avuto torto a rappresentarcela come un paese celebre per la sua grandezza, per la sua popolazione e per l'abbondanza della sua produzione». G. M. Angioy; a cura di Omar Onnis, Memoriale sulla Sardegna, Cagliari, Condaghes, 1799-2015, p. 63.
  2. ^ Omar Onnis, Storia di Sardegna. I grandi personaggi. Giovanni Maria Angioy, Sassari, La Nuova Sardegna, 2019, p. 194.

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